GUIDA ALLE ASSICURAZIONI
La polizza è il contratto di assicurazione, ovvero il documento che certifica in forma scritta l’accordo tra l’assicurato (o il contraente) e l’assicuratore. Tale documento deve essere obbligatoriamente firmato e conservato da entrambe le parti. Con la firma della polizza, l’assicurato (o in sua vece il contraente) accetta di pagare una somma alla compagnia assicuratrice, e questa in cambio si impegna a risarcire l’assicurato dalle conseguenze generate dal sinistro (ad esempio un incendio, un furto, ecc.) oppure a concedere un capitale o una rendita al beneficiario al verificarsi di determinati eventi (ad esempio la morte del soggetto assicurato).
Chi sono il contraente e il beneficiario all’interno di un contratto di polizza?
È bene precisare chi sono i soggetti protagonisti del contratto di polizza; da una parte abbiamo l’assicuratore, che come abbiamo visto è colui che si assume (il) rischio; dall’altra abbiamo l’assicurato, che invece trasferisce il rischio alla compagnia di assicurazione e in cambio si impegna a pagare di un premio in denaro. Il contratto di assicurazione prevede però anche altre due figure: il contraente e il beneficiario.

Il contraente è la persona che firma materialmente il contratto di polizza e che si impegna a pagarne il premio. Nella maggior parte dei casi coincide con l'assicurato; vi sono però dei casi specifici in cui ciò non accade, come ad esempio il genitore che firma il contratto di assicurazione per il motorino del figlio e ne paga il premio. In questo caso il genitore è il contraente e il figlio l'assicurato.

Il beneficiario è la persona indicata nel contratto di polizza come colui che riceverà l'indennizzo nel caso in cui si dovesse verificare il sinistro. Nelle assicurazioni danni generalmente le figure dell'assicurato e del beneficiario coincidono. Nelle assicurazioni sulla vita invece dipende dal contratto firmato e dal sinistro: in caso di morte della persona assicurata, il beneficiario della polizza "caso morte" sarà la persona indicata nel contratto di polizza come tale e non coinciderà mai con l'assicurato stesso.
Il contratto di polizza e le condizioni di polizza
Come spesso accade quando si firma un contratto, la polizza viene vista come un testo complesso a cui bisogna prestare molta attenzione; ma conoscere in anticipo le parti di cui è composta, comprenderne il significato e sapere quali sono i propri diritti aiuta a essere più tranquilli:
  • indicazione della compagnia: in ogni contratto di polizza deve essere indicata chiaramente la compagnia assicurativa, e in particolare: nome, ragione sociale, indirizzo e recapiti per le comunicazioni (telefono, fax e e-mail) e tutte le informazioni necessarie in caso di reclamo. Inoltre, la compagnia assicuratrice deve indicare i dati relativi all'autorizzazione ad operare rilasciata dall'Isvap, l'organo nazionale che regola le imprese assicuratrici; in questo modo chi desidera assicurarsi può controllare direttamente nel sito di questo istituto se l'assicuratore è un soggetto credibile.
  • condizioni di polizza: si tratta dell'insieme delle clausole che regolano il contratto di assicurazione e che devono essere rispettate perché il contratto sia valido. Esse si dividono in condizioni generali (o di base) e condizioni particolari. Le condizioni generali riguardano le informazioni relative al costo della copertura assicurativa (il premio), la data di decorrenza, la durata, la data di scadenza e le modalità di rinnovo del contratto. Le condizioni particolari vengono negoziate tra l'assicuratore e l'assicurato e hanno la funzione di ampliare o diminuire la validità della polizza così come è definita dalle condizioni generali; si possono infatti escludere alcuni soggetti dalla copertura o indicare circostanze in cui il contratto di assicurazione non sia valido.
Nel caso di compagnie di assicurazione tradizionali, il cliente ha il diritto anche di sapere da subito chi è l'intermediario - scoprendo così se ci sono dei conflitti di interessi con la compagnia assicurativa proposta - e può chiedere prova dell'effettiva iscrizione all'albo nazionale dell'Isvap (degli agenti o dei broker) e, nel caso si tratti di un agente di assicurazione, può domandare per quale/quali compagnia/e operi; ovviamente gli intermediari assicurativi hanno l'obbligo di fornire puntualmente le informazioni richieste.
Il premio di polizza
Il premio di polizza è il prezzo che l’assicurato deve pagare alla compagnia assicuratrice per ottenere la copertura desiderata. Tale somma può essere pagata in un’unica soluzione al momento della sottoscrizione o del rinnovo annuale della polizza, oppure può essere versata a rate.

Per calcolare il valore del premio, le compagnie di assicurazione tengono in considerazione numerosi elementi oggettivi (quali il tipo di rischio, la sua frequenza, il costo medio dei sinistri, ecc.) e soggettivi (le peculiarità del bene, le caratteristiche del soggetto assicurato, ecc.).

Il premio che l’assicurato paga tiene però anche conto dei costi di gestione (definiti “caricamenti”) e delle tasse.

Ad esempio, se si vuole assicurare un’automobile, la compagnia assicuratrice calcolerà l’ammontare del premio tenendo conto delle caratteristiche della copertura richiesta (Responsabilità Civile, incendio, furto, kasko, ecc.), del veicolo (cilindrata, sistemi di sicurezza presenti, come ad esempio airbag o ABS, ecc.) e del guidatore (età, sesso, anzianità di patente, area geografica in cui il veicolo verrà utilizzato, numero di incidenti di cui si è reso responsabile negli ultimi anni, ecc.).
Franchigie e scoperti
Le polizze di assicurazione servono a coprire l’assicurato dalle conseguenze economiche di un possibile danno. Una parte del costo per riparare al danno resta però a carico dell’assicurato: tale costo è definito franchigia o scoperto.
La franchigia e lo scoperto servono quindi a indurre l’assicurato ad avere un comportamento prudente nonostante sia tutelato da un’assicurazione.

Quando si firma un contratto di polizza occorre fare molta attenzione a leggere come vengono calcolati e a quanto ammontano le franchigie e gli scoperti. Può capitare infatti che polizze all’apparenza molto convenienti (con un basso costo del premio di assicurazione) comportino franchigie e scoperti poco vantaggiosi per l’assicurato. È bene quindi ricordare che il valore del premio di assicurazione (il costo annuale della polizza) non è l’unica spesa che l’assicurato deve sostenere per tutelare un proprio bene dagli eventuali sinistri.

Le franchigie si dividono in assolute e relative.
  • Chi sceglie un contratto di polizza con franchigia assoluta accetta, nel momento in cui si verifica un sinistro, di pagare di tasca propria una parte del costo delle riparazioni fino ad una cifra massima prestabilita. Ad esempio, se si stabilisce una franchigia assoluta di 1.000 euro e si verifica un danno da 500 euro, il costo delle riparazioni saranno interamente a carico dell’assicurato; se invece il danno ammonta a 1.500 euro, l’assicurato verserà 1.000 euro, mentre la compagnia assicuratrice pagherà i restanti 500 euro.
  • Chi sceglie un contratto di polizza con franchigia relativa deve ugualmente stabilire una cifra massima che, in caso di sinistro, sarà a proprie spese; a differenza della franchigia assoluta, però, con la franchigia relativa l’assicurato dovrà pagare solo nel caso in cui il costo del danno sarà inferiore o uguale a tale cifra prestabilita, mentre nel caso in cui il danno risulterà maggiore sarà la compagnia assicurativa a coprire interamente le spese. Ad esempio, se si stabilisce una franchigia relativa di 1.000 euro e si verifica un danno da 500 euro, il costo della riparazione sarà interamente a carico dell’assicurato; viceversa, se il danno ammonta a 1.500 euro, il costo sarà coperto unicamente dall’assicurazione.
Il vantaggio di sottoscrivere una polizza a franchigia assoluta sta nel minor costo del premio annuale. Il vantaggio di sottoscrivere una polizza a franchigia relativa sta nel poter scegliere una cifra limite al di sotto della quale si accetta di pagare di tasca propria i danni, potendo così evitare di intraprendere le procedure del caso con la compagnia assicuratrice quando il danno è di piccola entità; ciò consente, nei contratti del tipo bonus-malus, di non far aumentare il costo del premio di polizza negli anni successivi.

Lo scoperto, a differenza della franchigia, viene calcolato in percentuale sul costo del danno. Ad esempio, se l’ammontare di un danno è di 10.000 euro e la percentuale di scoperto è del 10%, 1.000 euro saranno a carico dell’assicurato ed i restanti 9.000 euro a carico della compagnia assicurativa. Di conseguenza, come è facile intuire, è possibile stabilire l’ammontare dello scoperto solo dopo che si è verificato il sinistro. Il costo di uno scoperto può anche essere molto elevato nel momento in cui si verifica un danno particolarmente grave, ed è quindi necessario valutare con attenzione il suo valore in percentuale.
Esclusioni e clausole di rivalsa
Attraverso un contratto di polizza l’assicurato trasferisce alla compagnia assicurativa i rischi a cui è esposto. Tuttavia, esistono delle circostanze in cui la copertura assicurativa non è operante oppure è attiva solo in parte, e il soggetto assicurato deve pagare di tasca propria i danni subiti o causati.
Tali circostanze sono chiamate "esclusioni" o "clausole di rivalsa" e devono essere chiaramente elencate dall'assicuratore all'interno del contratto di polizza.

Ovviamente bisogna fare moltissima attenzione a queste clausole per non trovarsi poi di fronte a brutte sorprese! Se l'assicurato subisce un danno ad un proprio bene in una circostanza che è esclusa dal contratto di polizza, egli dovrà poi provvedere da solo a riparare al danno patito; esempi tipici di esclusioni di questo tipo sono i casi di disastro nucleare, guerra, catastrofe naturale come un'alluvione, un terremoto, ecc.. Se invece è l'assicurato a causare un danno ad altri in una circostanza non coperta dalla polizza, succede che la sua compagnia assicurativa provvederà comunque a risarcire le persone terze coinvolte nel sinistro, ma chiederà successivamente i soldi spesi all'assicurato; esempi tipici di richieste di rivalsa di questo tipo sono i casi di incidente automobilistico quando si guida in stato di ubriachezza o sotto l'effetto di sostanze stupefacenti, oppure prima di aver ottenuto la patente.

Le esclusioni o clausole di rivalsa sono inserite nel contratto di polizza dalla compagnia assicuratrice; l'assicurato però può chiedere che alcune di queste vengano tolte, ovvero che l'assicuratore effettui la cosiddetta rinuncia alla rivalsa. Ovviamente tale operazione aumenta il costo della polizza e l'assicurato deve quindi pagare un premio maggiore. Di conseguenza, è importante che chi sottoscrive la polizza sia consapevole e scelga con attenzione per quali circostanze, inizialmente escluse, è bene invece essere coperti: da una parte si corre il rischio di non essere risarciti in seguito ad un sinistro, dall'altra si genera un aumento del premio di polizza e quindi del costo dell'assicurazione. Esistono in ogni caso delle situazioni in cui non è comunque possibile essere coperti, come ad esempio quelle in cui i danni sono stati commessi volontariamente dall'assicurato.
Massimale
Il massimale di polizza è la cifra massima che, in caso di sinistro, la compagnia assicurativa darà all’assicurato per risarcirlo del danno subito o causato.
La scelta del valore del massimale è di fondamentale importanza poiché, nel caso in cui un sinistro causi un danno economico maggiore rispetto al valore prefissato dal massimale, la differenza di costo sarà a carico dell’assicurato! Nel dubbio è quindi sempre meglio stabilire un elevato valore del massimale di polizza, nonostante ciò comporti l’aumento del premio dell’assicurazione. Nel caso di un incidente stradale con morti e feriti, ad esempio, si possono raggiungere cifre davvero molto elevate e quindi è necessario avere la certezza di essere tutelati.

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